NOTAIO VINCENZO ATTIANESE
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La diversità come bellezza,
armonia e libertà
Tra un campo di rose rosse, etereo e perfetto e un terreno con fiori di campo colorati e vivaci, il notaio Vincenzo Attianese sceglierebbe mille volte il secondo. Sceglierebbe la spontaneità, la differenza. Anche l’imperfezione talvolta. Quel ricciolo fuori posto che rende tutto più autentico. La crepa dalla quale entra la luce.
“È come nella musica, come in un’orchestra. È dall’armonia tra note e strumenti diversi che viene fuori la melodia”.
Così è il progetto Notai2021, un mosaico di forme e colori che si intrecciano e concorrono a disegnarne la trama, ciascuno con la sua personalità. Se ne mancasse anche solo una, tutto il mosaico sarebbe incompleto.
“Essere notaio vuol dire mettersi al servizio delle persone”, spiega. Un pensiero tanto nuovo, lontano dal burocrate d’élite dell’immaginario comune, quanto antico, che affonda le sue radici in tempi lontani, quando il notaio era una figura di guida e di consiglio, autorevole e saggia.
È questo il senso più alto del notariato per Vincenzo Attianese.
Mettere studio e competenza a disposizione degli altri.
Un ruolo di responsabilità di cui avere consapevolezza. Qualcosa che a volte non fa dormire la notte in cerca della soluzione giusta e che ha senso solo così, se viene vissuto con una passione vera e vibrante.
Nulla di più vicino ad un’indole come la sua: empatica, istintiva, creativa. Un felice gioco di contrasti, tra ordine mentale e quotidiani ritardi, bisogno d’organizzazione ed evasione dalla routine.
Un equilibrio c’è, e passa da preziosi momenti di raccoglimento in cui perdere il contatto con la logica e alleggerire il cuore.
Può essere un libro di Ken Follet, di Isabel Allende o una musica, una passeggiata nella natura, un viaggio. Dal misticismo dell’Oriente all’insonne New York. Fino al deserto, il viaggio finora più bello. “Un luogo magico, infinito, dove sentirsi immensamente piccoli e tornare a dare il giusto peso alle cose”.

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